Libri che mi piacerebbe vedere tradotti o ripubblicati

In questa pagina parlerò brevemente di quegli autori o di quei singoli testi che, a mio avviso, meriterebbero di essere ripubblicati (quando si tratta di opere ormai irreperibili sul mercato) o tradotti per la prima volta in lingua italiana.



Annie Proulx, Heartsongs and Other Stories

Capita spesso che le opere prime di autori importanti non vengano tradotte in altre lingue oppure che giò avvenga solo dopo la consacrazione dell'autore a livello mondiale (Danza delle ombre felici di Alice Munro, ad esempio, è stata tradotta in italiano solo dopo l'attribuzione del Premio Nobel a questa autrice). Non fa eccezione la scrittrice statunitense Annie Proulx, che ha saputo indagare in modo mirabile le solitudini e le relazioni umane nell'America profonda, tra agricoltori, allevatori di bestiame, rancher e cowboy, senza mai nemmeno sfiorare i cliché del genere western (mi riferisco a romanzi come Cartoline, Quel vecchio asso nella manica o ai racconti contenuti nei tre volumi delle Storie del Wyoming). Per cui, sia per la sterminata ricchezza lessicale che la Proulx dimostra sempre di padroneggiare sia per l'ovvia constatazione che le opere d'esordio contengono spesso, magari in fase embrionale, i temi che diventeranno poi caratteristici di un autore, sarebbe lodevole se qualcuno provvedesse a tradurre in italiano Heartsongs and Other Stories, la sua prima raccolta di racconti.  



Thomas Clayton Wolfe, Il fiume e il tempo

Scrittore torrenziale e innovativo dell'America dei primi decenni del Novecento, Thomas Wolfe è oggi oggetto di riscoperta da parte di lettori e di addetti ai lavori, specie dopo l'uscita del film Genius (2016), tutto incentrato sul suo rapporto con l'editor Max Perkins (lo stesso di Hemingway e Scott Fitzgerald). Il suo romanzo più celebre Angelo, guarda il passato (l'originale inglese Look Homeword, Angel. A Story of the Buried Life è del 1929) è stato recentemente riproposto, in un'edizione un po' approssimativa per quanto riguarda l'impaginazione e la correzione delle bozze, dalla Create Space Independent Publishing Platform, mentre la versione integrale, quella non sottoposta ai tagli e agli aggiustamenti di Max Perkins e intitolata O Lost. Storia della vita perduta è stata ripubblicata dalle Edizioni Elliot. Altre opere minori di Wolfe si sono poi aggiunte alla lista delle traduzioni e delle ripubblicazioni, ma curiosamente a mancare all'appello è un suo romanzo di grande rilevanza, Il fiume e il tempo (Of Time and the River. A Legend of Man's Hunger in His Youth, 1935), di cui, in italiano, esiste solo l'ormai introvabile edizione della Mondadori del 1958. Una riedizione del testo sarebbe quindi più che auspicabile.



Ann Beattie

Nonostante sia una delle protagoniste dello stile minimalista americano, Ann Beattie è quasi assente nel panorama editoriale italiano. Di suo è stato tradotto molto poco. A parte il bel romanzo d'esordio, Gelide scene d'inverno (Chilly Scenes of Winter, 1976), recentemente pubblicato in Italia dalla Minimum Fax, l'unico suo altro libro presente in un catalogo editoriale italiano è Tutto a Posto (Falling in Place, 1981), pubblicato nel 1982 dalla Sperling&Kupfer e ormai quasi introvabile. Capire il motivo di questa lacuna non è facile, visto che si tratta di una scrittrice che, nel mettere in scena il brusco ritorno alla realtà dopo i sogni e gli incubi del Sessantotto, ha sempre messo d'accordo pubblico e critica, perlomeno negli Stati Uniti. Ma in ogni caso è un vero peccato che i lettori italiani non possano contare sulle traduzioni di romanzi quali Picturing Will (1989), Another You (1995) o di raccolte di racconti come Distortions (1976), The Burning House (1982) e Where You'll Find Me (1986)tutti testi che, qualitativamente parlando, possono essere accostati alle opere di John Cheever o di Raymond Carver.



William Golding

Conosciuto e frequentamente citato soprattutto per il suo celebre Il signore delle mosche, William Golding, Premio Nobel per la Letteratura nel 1983, è in realtà autore di vari romanzi incentrati sul tema delle complesse e conflittuali relazioni che si determinano tra gruppi umani diversi o all'interno degli stessi. In tal senso di grande interesse è la recente riproposizione da parte della Mondadori de Il destino degli eredi (titolo originale: The Inheritors, 1955), in cui la vita comunitaria dell'uomo di Neanderthal, e il suo successivo drammatico incontro con il più progredito Homo Sapiens, sono presentati attraverso l'inconscio dei Neanderthal, ancora lontani dall'elaborare un linguaggio verbale utile come strumento di comunicazione. Ci sono però altri testi di Golding, quali La folgore nera, La piramide, La guglia che, pur essendo importanti per comprendere il carattere unitario della sua opera, sono oggi introvabili o reperibili solo in rare (e malridotte) pubblicazioni degli anni Cinquanta o Sessanta. Per cui penso che la riproposizione di tali libri sarebbe gradita a più di un lettore. 



Daniele del Giudice, Nel Museo di Reims

Scrittore colto e dallo stile molto personale, Daniele del Giudice ha saputo creare, fin dal suo primo romanzo, Lo stadio di Wimbledon (1983), un particolare e felice connubio tra narrativa e filosofia. Nel 1988 l’autore ha pubblicato con la Einaudi il racconto singolo Nel Museo di Reims, incentrato sulla figura di un uomo che, ormai prossimo alla cecità, visita le varie sale del suddetto museo cercando di imprimere nella memoria quel po’ che i suoi occhi sono ancora in grado di vedere (specie in relazione ai dettagli di uno specifico quadro). Il testo è ormai introvabile anche nelle librerie specializzate in volumi rari e usati e, sebbene sia disponibile in versione digitale, proprio per la sua natura di racconto singolo, di piccolo libro da collezione, meriterebbe di essere ripubblicato.

 

 

Austin Wright

Dello scrittore statunitense Austin Wright è stato tradotto in italiano un solo romanzo, l’intenso e disorientante Tony & Susan, pubblicato dalla Adelphi nel 1994 (l’originale versione inglese è dell’anno precedente), da cui il regista Tom Ford ha poi tratto lo splendido e altrettanto inquietante film Animali notturni (2016). Considerando l’originalità del testo, sarebbe un’iniziativa interessante se, nel quadro della riscoperta della letteratura americana contemporanea in atto ormai da vari anni, qualcuno decidesse di far tradurre in italiano anche gli altri romanzi di Wright come, per citare solo i più recenti, After Gregory (1994), Telling Time (1995) e Disciples (1997), tutti meritevoli di considerazione.

 

 

Rosalie Kingsmill Fry

Rosalie Kingsmill Fry è stata una scrittrice canadese, di solito confinata nella categoria degli autori di favole. L’originalità delle sue storie e la conoscenza dei luoghi e delle culture in cui sono ambientate, però, rende degni di nota vari suoi libri, ed è un vero peccato che neanche uno di essi sia mai stato tradotto in italiano. In particolar modo sarebbe un regalo gradito a molti lettori poter finalmente leggere in italiano il suo Child of the Western Isles (1957), ambientato tra le piccole isole della costa Ovest dell'Irlanda. Il testo, ripubblicato nel 1959 col titolo The Secret of the Ron Mor Skerry, è stato poi portato al cinema dal regista John Sayles nel riuscito film Il segreto dell’isola di Roan (1994). Una prima traduzione potrebbe creare interesse attorno a una produzione letteraria ancora tutta da scoprire.

 


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